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(Ri)costruzione in scala 1:20 di un laboratorio artigianale etrusco (V° sec. a.C.) (Museo Diffuso del Fiume Mincio - Governolo, Mn)
(Ri)costruzione didattico-sperimentale della Casa R 18 – C: i dati archeologici
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La (ri)costruzione è basata in massima parte sull'analisi dei dati archeologici provenienti dalla cosiddetta "casa dei pesi da telaio", struttura rinvenuta all'interno dell'abitato etrusco-padano del Forcello (Mn), datata tra il 470 e il 450 a. C.
La presenza di travi carbonizzate, unitamente a residui combusti della parte elevata, indicano chiaramente che l’abitazione fu distrutta da un incendio. La struttura ha forma rettangolare e misura m 12, 3 x 2,6; il perimetro è formato da 9 buche di palo sul lato lungo e 3 sul lato corto. E’ accertata la presenza di elementi di fondazione che indicano una suddivisione interna in 3 ambienti, di ampiezza decrescente partendo da sud-ovest. Secondo l'ipotesi ricostruttiva principale le buche sono fondazioni dei pali portanti, che oltre a supportare il tetto reggono la muratura paretale. Questa è realizzata intrecciando arbusti vallivi successivamente rivestiti da argilla, sia internamente che esternamente. Questa tecnica, detta dell’incannucciato o graticcio, è descritta da Vitruvio (II, 8; VII, 3), architetto romano vissuto nel I° sec. a. C., che ne cita l’impiego in età romana. All’interno dell’ambiente maggiore (vano 1) si trovava un focolare e forse un piccolo forno; nell’ambiente 2, delimitato parzialmente dalla canalina di fondazione relativa ad una parete divisoria interna, sono state rinvenute, sul lato orientale, resti di olle contenenti almeno tre tipi di frumento e lenticchie. Sul lato ovest sono stati rinvenuti numerosi pesi da telaio. Infine il vano 3, delimitato da una trave di fondazione carbonizzata in situ, conteneva numerose olle riempite in massima parte con fave e piselli. Un secondo gruppo di pesi da telaio è stato evidenziato sempre lungo il lato occidentale, quindi sul lato ord-occidentale dovevano trovarsi due telai verticali. La classe ceramica più rappresentata è costituita da almeno 186 olle in impasto grossolano, destinate al contenimento di sementi. Questo dato, sommato alla presenzsa rilevante di pesi da telaio (circa 150), portano ad interpretare la struttura come magazzino e laboratorio artigianale per manifattura tessile.

Caratteristiche della (ri)costruzione

L’opera è costituita da due modelli in scala 1 : 20, rappresentanti la medesima struttura in due distinti momenti.
Il plastico n°1 mostra la struttura durante la sua fase attiva, evidenziando materiali e tecniche caratteristiche dell'impianto originario. Lungo il lato corto a sud-est è stato realizzato l’ingresso principale, con il lato orientale in fase di completamento, così da rilevare il dettaglio della struttura lignea in graticcio interna al rivestimento argilloso. La muratura occidentale esterna mostra invece le tre fasi principali tipiche del rivestimento murario in argilla: la posa del primo strato di argilla grezza (parte centrale), la medesima muratura con un secondo strato di rinforzo (a sinistra) e infine la posa dell’intonaco argilloso più fine (a destra). In alto sono evidenziate sezioni della carpenteria e del rivestimento in canna palustre del tetto e del colmo. Internamente al vano 1 è visibile il focolare centrale a bordi rialzati, ai lati del quale si trovano due panche lignee. Presso le panche si trovano alcune tazze in ceramica grigia, che potevano essere impiegate per il consumo di alimenti. Infine lungo il lato orientale si trovano due olle contenenti sementi. A ovest è visibile la parete divisoria interna in graticcio, parzialmente rivestita con argilla, che divide l’ambiente 2 dall’ambiente 3. Proseguendo verso il vano 2 si notano alcune olle poste al di sotto di una scala lignea che conduce ad un possibile ambiente soppalcato posto sopra l’ambiente 3. Questo vano, delimitato da una parete in graticcio con rivestimento argilloso ultimato, contiene il numero maggiore di olle, disposte lungo il lato orientale, mentre sul lato opposto sono visibili i due telai verticali. La parete in graticcio di questo vano è stata mantenuta mobile, in modo da permettere la visione degli elementi interni.

Il plastico n°2 rappresenta la fase di distruzione successiva all’incendio e precedente al seppellimento e al degrado definitivo della struttura. Per realizzare questa fase è stato costruito un secondo modello eguale al primo nelle dimensioni, nei materiali impiegati e negli arredi (telai, olle, tazze, ecc…), ma realizzato integralmente per quanto riguarda gli elementi strutturali interni (pareti divisorie) ed esterni (carpenteria e copertura in materiale stramineo). Infine la struttura è stata incendiata favorendo lo sviluppo del fuoco partendo dal focolare interno verso la parete orientale, come suggerito dall’ipotesi di scavo.

Progetto a cura di Roberto Deriu

Collaborazione tecnica: Francesco Martelli, Enrico Versari, Valeria Grazioli

Documentazione fotografica e filmata: Ilaria Florio, Francesca Gentilini


galleria immagini
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