Produzione sperimentale di bronzetti votivi dell'età del Ferro (VI sec. a. C.)
Il popolamento delle vallate del Senio e del Lamone, già attestato durante il periodo Eneolitico (4500 a. C.), sembra prediligere la frequentazione di terrazzi fluviali e cavità naturali, utilizzate per scopi cultuali e sepolcrali ma anche abitativi.
Il più importante di questi siti è la Grotta del Re Tiberio, oggi purtroppo non visitabile per via dei danneggiamenti causati da attività estrattive moderne.
L'utilizzo cultuale della grotta in epoca preistorica sembra legato alla presenza e alla circolazione dell'acqua, ancora oggi convogliata all'interno di vaschette scavate nella roccia e visibili in prossimità dell'ingresso.
Durante il VI sec. a. C., dopo una generalizzata riduzione del popolamento documentata verso le fasi finali dell'Età del Bronzo Recente, la frequentazione delle principali cavità distribuite nella Vena riceve nuovi impulsi in seguito al popolamento di facies umbra, che si diffonde soprattutto nel V sec. a. C.
Verso il IV sec. a. C. la Grotta del Re Tiberio viene frequentata da popolazioni celtiche, come dimostrerebbe un bronzetto di offerente dotato di torquis, il tipico collare celtico.
Malgrado per questo periodo siano documentate cospicue deposizioni cultuali di vasi miniaturistici e bronzetti all'interno della cavità, occorre tenere presente che i numerosi interventi clandestini e l'attività di falsificatori di monete (risalente all'epoca medievale) hanno ridotto drasticamente la presenza di queste testimonianze.
La sperimentazione in oggetto ha riguardato la riproduzione di alcuni bronzetti votivi di offerente, conservati, assieme alla maggior parte dei reperti rinvenuti all'interno della grotta, nel Museo Comunale di Imola (Bo). Il bronzetto originale che ha ispirato la prima replica (della quale viene presentata l'intera catena operativa) è andato perduto dopo una prima catalogazione, quindi si è proceduto alla ricostruzione sperimentale solo sulla base di alcune fotografie (la documentazione fotografica dei reperti originali è stata curata dalla Soprintendenza Archeologica Regionale).
Le operazioni di fusione sono state effettuate presso il Centro Visite - "Rifugio Carnè" (Brisighella, Ra), ubicato in uno dei punti più suggestivi della Vena del Gesso Romagnola.
Ideazione e sperimentazione a cura di R. Deriu, A. Rossi.
Documentazione fotografica della Grotta del Re Tiberio: a cura di R. e S. Ercolani (Speleo GAM)